“Yama”: ancora un grande successo per Vertigo Dance Company di Noa Wertheim

Ogni volta che torna a Napoli è un evento. Sono passati parecchi anni dalla prima volta che con la sua compagnia israeliana Vertigo Dance Company – nell’ambito del Napoli Teatro Festival – ha cominciato a far parlare di sé per la bellezza assoluta, e la particolarità, dei suoi lavori. Noa Wertheim, persona affascinante e versatile, è una piccola grande donna che da oltre vent’anni è un forte punto di riferimento nel panorama mondiale della danza contemporanea di qualità.
Per la rassegna PRIMAVERADANZA proposta dallo Stabile di Napoli, in scena al Teatro San Ferdinando, ha debuttato lo spettacolo Yama su musiche originali di Ran Bagno che da sempre collabora con la coreografa israeliana. Nove danzatori, uno più bravo dell’altro e soprattutto con una personalità singolare, rigorosamente diversi per altezza, corporatura, presenza scenica, espressività ma assolutamente omogenei nella ricerca del movimento, nella percezione del più piccolo gesto, intenso, delicato, impulsivo o studiato, hanno saputo creare un’atmosfera magica e rarefatta appena aperto il sipario. Complice la musica di Ran Bagno, avvolgente, evocativa, così perfettamente aderente all’azione performativa, incorniciata da una scena total black elegante e minimalista di Nathalie Rodach, con efficaci tagli di luce di Dani Fishof-Magenta, e da costumi rigorosamente neri di Sasson Kedem, bellissimi e fantasiosi seppur semplici, differenti tra loro.
La coreografia di Noa Wertheim ha il suo punto di forza nella coralità del gruppo che improvvisamente (verrebbe da dire magicamente), si ramifica in diverse direzioni/tempi/passaggi/accenti inseguendo la libertà di movimento con le sue molteplici capacità creative per ritornare di nuovo in un tutt’uno.
Yama è l’ultimo dei lavori proposti dalla Vertigo Dance Company e mischia sapientemente misticismo poetico e spiritualità new age in un gioco di equilibrio per cui nessun aspetto appare prevalere o invadere l’altro. Quello che sorprende è la continua ricerca del linguaggio danzato, mai banale, mai scontato, un linguaggio che la coreografa osserva attentamente nella sua infinità possibilità di espressione, fatto di gesti nuovi, diversi, sorprendenti negli abbinamenti e nella rete strutturale. Un linguaggio che sa come consumare una sequenza prima di rigenerarla per affrontare nuovi spazi, nuovi infiniti.
Interrogarsi sugli effetti dell’impatto umano sull’ecosistema è una bella sfida per chi come Noa Wertheim vive in una comunità ecologica che ogni giorno fa i conti con qualcosa che rinasce. Accanto a lei, la sorella Rina Wertheim-Koren, co-creatrice di Yama mentre al violoncello Hila Epstein, acclamata musicista israeliana.
I lunghissimi applausi finali hanno sottolineato la bravura dei danzatori, giovani e particolarmente intensi, che meritano di essere citati tutti: Marija Slavec, Etai Peri, Ron Cohen. Nitzan Moshe, Tamar Barlev, Shani Licht, Daniel Costa, Ty Alexander Cheng, S’andor Petrovics.
La seconda e ultima replica dello spettacolo, della durata di un’ora, andrà in scena stasera al Teatro San Ferdinando alle ore 21.00.

Elisabetta Testa

 

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