S.O.S. Arena di Verona

“La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande.”

Vogliamo la cultura. Vogliamo l’arte. Vogliamo la danza. Vogliamo il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona.

L’ENNESIMA FOLLIA DI CHIUDERE UN CORPO DI BALLO.

Questa volta tocca a Verona?!

Il Corpo di Ballo della Fondazione Arena, componente artistica

presente fin dalla nascita nel 1977 del teatro stabile come Ente Lirico,

rischia oggi di scomparire grazie alla cecità delle dirigenze che si sono

succedute negli ultimi anni e che non hanno saputo o voluto investire

nelle potenzialità che tale comparto artistico offre.

Attualmente il settore ballo, causa proprio la mancanza di investimenti

negli anni, può contare su un organico stabile di sole nove unità a

fronte delle trenta previste in pianta organica ministeriale.

L’ultime assunzioni per concorso risalgono al 2002, mentre gli ultimi tre

componenti sono divenuti stabili nel 2012 grazie ad una causa di

lavoro.

Il piano industriale predisposto e presentato dalla dirigenza della

Fondazione prevederebbe la risoluzione dei nove attuali rapporti di

lavoro a tempo indeterminato a favore di una improbabile

esternalizzazione dell’attività del settore, finalizzata in verità al solo

obiettivo di chiudere lo stesso.

Conosciamo già attraverso l’esperienza del MaggioDanza come siano

stati fallimentari i tentativi operati presso altre Fondazioni di

esternalizzare un settore artistico quale il Corpo di Ballo, operazione

che ha prodotto in breve tempo come unico risultato la chiusura del

settore stesso.

Tale incomprensibile strategia effettuata dalla Fondazione del Teatro

del Maggio Fiorentino ha prodotto un unico spettacolo sotto la gestione

di una società esterna, il cui fallimento ha poi restituito i ballerini alla

gestione della Fondazione stessa, che nel frattempo aveva cancellato

qualsiasi attività di balletto dalla propria programmazione.

Si ritiene pertanto impercorribile tale strada, visti i frutti che ha prodotto

in altri teatri.

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I lavoratori della Fondazione Arena, oltre a non poter concepire un

teatro menomato di una delle sue componenti artistiche fondamentali,

ritengono proprio gli investimenti nel settore Ballo una delle strategie

più proficue utili a sanare un deficit economico.

Sacrificare il Corpo di Ballo significherebbe difatti rinunciare alla

possibilità di realizzare spettacoli economicamente vantaggiosi, in virtù

dei bassi costi di realizzazione dei titoli di balletto rispetto, solo ad

esempio, agli allestimenti d’opera.

La programmazione di balletto inoltre, proprio in un momento di

difficoltà economica, assicurerebbe un punteggio maggiore nel calcolo

della ripartizione del FUS, quindi la possibilità di ottenere maggior

sovvenzioni.

Si consideri che una serata di balletto con proprio corpo di ballo ed

orchestra vale 5 punti mentre una serata di sinfonico 2. Senza volersi

sostituire alla programmazione di sinfonica, solo per fare un confronto,

si pensi come 4 serate di balletto con orchestra porterebbero lo stesso

punteggio di 10 serate di sinfonica. Ad esempio si potrebbero proporre

titoli come “Carmina Burana” o la “Nona di Beethoven” non solo in

forma sinfonica e corale.

Il balletto inoltre, essendo una forma di spettacolo più popolare,

complice anche la visibilità mediatica conquistata negli ultimi anni,

avrebbe sicuramente, con dei titoli adeguati, la capacità di riempire

maggiormente il teatro.

Riteniamo per questo poco strategico a livello gestionale sacrificare tali

potenzialità, di contro i lavoratori ritengono auspicabile investimenti

proprio in questo settore, da anni sacrificato sia in termini di organico

che di produttività.

I principali interventi per un rilancio del settore possono essere i

seguenti:

Investimento in organico ed attività in decentramento

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Fondamentale investimento nel Corpo di Ballo è quello di mantenere

un adeguato organico stabile, fisso e costante, tramite una continua

copertura dei turnover. Questo al fine di assicurare, capacità produttiva

e una continuità di lavoro, condizione necessaria per il mantenimento

di un alto livello qualitativo.

Per poter sfruttare al meglio le potenzialità del Corpo di Ballo si ritiene

plausibile un numero di tersicorei non lontano da quello già indicato

dall’attuale pianta organica ministeriale, considerato questo il minimo

per consentire una normale programmazione di balletto.

Il mantenimento di un’organico adeguato e fisso garantirebbe la

condizione per poter creare e conservare un repertorio di balletti da

poter velocemente riprendere, poter sfruttare per il decentramento a

breve e lungo raggio, abbattendo notevolmente i costi per ogni

eventuale ripresa.

I titoli che riscontrino maggior successo potrebbero essere

ciclicamente riproposti al Teatro Filarmonico allo stesso pubblico

veronese, soprattutto quelli di repertorio classico che, nei loro

allestimenti più fedeli alla tradizione, risultano essere i più amati e

conosciuti.

Si sottolinea come il Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona,

nonostante la presenza di ben tre Fondazioni Lirico Sinfoniche, sia

l’unico presente in tutto il Nord Est, ed addirittura, uno dei soli due in

tutto il nord Italia.

Sono quindi evidenti le notevoli possibilità che il territorio offre per la

collaborazione con altre Fondazioni Lirico Sinfoniche quali la Fenice di

Venezia e il Teatro Verdi di Trieste, o per l’attività in decentramento.

Si pensi per esempio ai teatri Verdi di Padova, Salieri di Legnago,

Comunale di Bologna, Regio di Parma, Comunale di Bolzano, Sociale

di Trento solo per citarne alcuni tra più vicini.

Sono inoltre presenti nella stessa città di Verona spazi teatrali che

potssono essere sfruttati per l’attività di balletto concependo produzioni

adeguate, ad esempio il Teatro Camploy per incontri e spettacoli per le

scuole, ed il Teatro Ristori per un repertorio moderno e

contemporaneo.

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Promozione degli spettacoli.

Indispensabile al fine di valorizzare l’attività dei settori artistici quali

anche il Corpo di Ballo è un’adeguata strategia di promozione

attualmente poco efficace nel nostro teatro.

Troppo spesso si assiste a sale mezze vuote per mancanza di

comunicazione con il pubblico, con gli organi di stampa ed i media.

Riteniamo basilare la promozione di ciò che produciamo, poiché

spesso lo stesso pubblico cittadino non è a conoscenza delle nostre

attività.

Si potrebbero proporre in tal senso appuntamenti con le numerose

Scuole di Danza, organizzando incontri con gli artisti ed appuntamenti

fissi con delle prove aperte durante la preparazione dei balletti.

Tali incontri potrebbero essere proposti anche per gli abbonati della

stagione al Filarmonico.

Questo permetterebbe di creare, attraverso il contatto diretto, una

fidelizzazione con il nostro pubblico.

Rilancio attività al Teatro Romano

Si ritiene auspicabile un ritorno della programmazione di Balletto al

Teatro Romano rispetto ai livelli storici e tradizione passata, non più in

maniera sporadica come negli ultimi anni ma ritornando ad essere

parte importante del cartellone proposto dal festival del Teatro

Romano, contando su titoli di sicuro richiamo e integrati con il tema del

festival stesso.

Ad esempio, è impensabile che nella città del mito shakespeariano di

Giulietta e Romeo, da anni manchi proprio questo titolo di balletto in

tale contesto. L’ultima rappresentazione risale ormai al lontano 1997.

Tale titolo dovrebbe rappresentare un appuntamento fisso ed

identificativo del Corpo di Ballo della città di Verona, un fiore

all’occhiello per la stessa Fondazione Arena e cavallo di battaglia alla

pari dell’Aida in Arena.

Ritorno del balletto in Arena

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Riteniamo maturi i tempi per un ritorno in grande stile del balletto in

Arena, considerati gli ottimi risultati di botteghino ottenuti negli ultimi

due anni nelle serate di danza proposte in Arena.

Risultati migliori rispetto a quelli fatti registrare da alcuni titoli di opera,

ad esempio, il “Romeo et Juliet” di Gounod con la regia di F. Micheli

che, proposto per ben quattro stagioni estive, ha portato tra i peggiori

risultati di presenze.

Si potrebbe pensare di riportare il balletto in Arena con titoli di sicuro

richiamo, come ad esempio il famoso “Zorba il greco”, balletto che, con

il coinvolgimento di tutti i settori artistici, rappresenterebbe un prodotto

identificativo del nostro teatro, anche in virtù del fatto che è stato

creato specificamente per questo palcoscenico.

Nonostante l’ultima rappresentazione di “Zorba” in Arena risalga al

1991, il pubblico ne ricorda ancora il successo ed identifica proprio

questo balletto con l’Arena.

Si pensi ancora ad un “Romeo e Giulietta” con un allestimento

all’altezza del palcoscenico areniano.

I costi delle produzioni di balletto notevolmente inferiori a qualsiasi

titolo d’opera, assicurerebbero comunque buoni risultati di botteghino.

In conclusione il lavoratori della Fondazione Arena, tutti solidali con i

colleghi del Corpo di Ballo, rigettano completamente le ipotesi

contenute nel piano industriale che prevedano lo smantellamento del

settore stesso, e chiedono al loro pubblico e a tutti i cittadini di Verona

di perorare la causa a difesa del Corpo di Ballo affinché la città stessa

non perda un ennesimo pezzo della propria cultura.

Petizione su www.chenge.org

SALVIAMO IL CORPO DI BALLO DELL’ARENA DI VERONA

https://www.change.org/p/flavio-tosi-francesco-girondini-salviamo-ilcorpo-

di-ballo-dell-arena-di-verona

LAVORATORI DEL CORPO DI BALLO : Replica alle dichiarazioni del Sindaco Tosi in diretta TV sul futuro del Corpo di Ballo e dichiarazione di intenti per la difesa del proprio settore.

A seguito delle dichiarazioni rese pubbliche da parte del Presidente di Fondazione Arena nonché Sindaco di Verona Flavio Tosi durante il dibattito tenutosi nella diretta TV del programma “Diretta Verona” in data 10 dicembre u.s. alle ore 21,10 su TeleArena in merito alle linee guida gestionali per il risanamento economico del Teatro e più specificatamente alle azioni di intervento dichiarate per il settore Ballo,

i lavoratori del Corpo di Ballo, assolutamente offesi ed umiliati da tali gravissime dichiarazioni, respingono energicamente quanto prospettato in merito al futuro del proprio settore e dichiarano le loro più ferma intenzione di rispondere adottando le forme di lotta e protesta ritenute più idonee.

Lasciano quantomeno basiti ed attoniti per la loro più totale inconsistenza e mancanza di sostenibilità le motivazioni addotte dallo stesso Presidente di Fondazione Arena che conducano alla incomprensibile scelta gestionale di chiusura del settore, ossia:

· L’esiguo numerico di lavoratori con contratto a tempo indeterminato a cui è stato ridotto il settore, per l’esattezza attualmente nove elementi

· Il fatto che anche le altre Fondazioni Lirico Sinfoniche abbiano chiuso o stiano chiudendo i loro Corpi di Ballo

· I costi “pazzeschi” di mantenimento e di esercizio dichiarati dal Sindaco e Presidente Tosi per il mantenimento dell’attività del settore stesso.

Tali motivazioni possono trovare riscontri esclusivamente nella più totale incompetenza in materia di Teatro, ma la cosa che più spaventa è il fatto che a fare tali dichiarazioni sia proprio chi, in funzione della propria carica istituzionale, dovrebbe operare a difesa e tutela dello stesso patrimonio culturale teatrale italiano e dell’integrità del Teatro stesso, ricchezza di ogni cittadino veronese che lo stesso Sindaco Tosi dovrebbe rappresentare.

Da anni i lavoratori del Corpo di Ballo sono in contestazione con l’attuale Dirigenza del Teatro proprio in funzione dei mancati investimenti in termini di organici, produttività e programmazione nel loro settore così come per tutto il Teatro. Anche quando la legge nel passato consentisse di reintegrare l’organico del Corpo di Ballo, come ad esempio nel 2010, quando per effetto del pensionamento di sette ballerini stabili l’organico del settore rimaneva a poco più di una decina di elementi fissi, la dirigenza del Teatro scelse comunque di reintegrare i posti scoperti assumendo stabilmente in altri settori artistici invece che reinvestire nel settore Ballo stesso, determinandone così l’impoverimento dell’organico. Risulta evidente quindi come la volontà di portare alla morte tale settore appaia premeditata.

La stessa Dirigenza, come spesso denunciato, è quindi responsabile della riduzione pianificata da anni all’attuale numerico di soli nove elementi a fronte dei trenta previsti nella pianta organica.

Non si può accettare tanto meno l’assurda considerazione del fatto che “altri Teatri abbiano già chiuso i propri Corpi di Ballo o li stiano chiudendo” per giustificare la stessa azione alla Fondazione Arena di Verona. Come dire che vedere altri cancellare un pezzo di cultura teatrale italiana autorizzi ad operare in tal senso a sua volta. E’ questa una motivazione frutto della più completa ignoranza e che necessariamente va combattuta con azioni forti, decise, perché non si può lasciare, proprio di questi tempi, campo al terrorismo e a chi vuole distruggere anche ogni singolo pezzettino della nostra stessa cultura, soprattutto quando a farlo è chi è chiamato ad operare in difesa della cultura stessa.

Si ricordi come il Teatro del Maggio Fiorentino, ultimo nell’arco cronologico ad aver sacrificato il proprio Corpo di Ballo, oggi a distanza di un anno non abbia risolto assolutamente i propri problemi economici. Semmai ha visto solo peggiorare la propria situazione tanto da essere ad un passo dal fallimento del Teatro stesso.

Proseguendo, chiunque conosca od abbia esperienza di Teatro, è consapevole di come proprio il Corpo di Ballo sia quello che offre costi in termini salariali e di gestione della propria attività più bassi tra i settori artistici, costituendo esso stesso un’importante risorsa per far fronte alla crisi economica. Chiudere un Corpo di Ballo significa rinunciare alla possibilità di realizzare spettacoli economicamente vantaggiosi, di sicuro richiamo sul pubblico essendo, complice la visibilità mediatica conquistata negli ultimi anni, una forma d’arte più “popolare”. Gli spettacoli di balletto inoltre risultano incentivati dall’attribuzione di punteggi più favorevoli per il calcolo del riparto del F.U.S. (Fondo Unico per lo Spettacolo).

In conclusione lasciano molte perplessità le dichiarazioni del Presidente e Sindaco Tosi riguardanti l’invito alla riflessione per un mondo che stia cambiando ed al quale non interessi più la Cultura poiché non crea business, di conseguenza il fatto che non abbia più senso, oggi per il Corpo di Ballo, domani per gli altri settori, mantenere dei lavoratori fissi, ma piuttosto di pagarli a prestazione.

Evidentemente al Sindaco Tosi sfugge il vero significato del concetto di Cultura di cui è parte integrante anche il preziosissimo bagaglio fatto di saperi, conoscenza e competenze rappresentato proprio della cultura teatrale italiana, tradizione culturale che tutto il mondo ci invidia ed impara da noi, qualcosa che non si acquista al supermercato, ma che nasce, si crea e si persegue nelle Scuole, nelle Università, nei Conservatori, nelle Accademie di formazione, frutto di anni, secoli, millenni di attività professionali che viene tramandata da un artista all’altro, unico vero depositario di tale cultura, che si perfeziona solo con la dedizione di una vita, di ogni secondo, di ogni minuto, di ogni giorno e per 12 mesi all’anno.

Non capiamo effettivamente a quale tipo di “cultura” il Sindaco Tosi faccia riferimento quando parli di “prestazioni a pagamento”.. a noi questa espressione proprio non piace e comunque preferiamo rimanere nel dubbio.

Sulla base di quanto esposto i lavoratori del Corpo di Ballo

ritenendo oggi in assoluto pericolo la sopravvivenza del proprio settore, la cui dismissione risulta ufficialmente pianificata nel “piano industriale” redatto dalla società KPMG Advisory S.p.A. così

come recepito e deliberato dal Consiglio di Indirizzo, inserita nei bilanci economici ed indicata dallo stesso Sindaco Tosi come soluzione operativa per il risanamento del deficit,

a difesa del settore Corpo di Ballo, dei propri posti di lavoro, dei lavoratori a termine che in questi anni abbiano contribuito alla vita artistica del settore essendo parte integrante e fondamentale dello stesso e ancor più a difesa dell’integrità di tutto il Teatro,

consapevoli di non poter più procrastinare azioni di lotta più energiche ed incisive a propria tutela e difesa contro chi voglia smantellare il settore Ballo e più in generale l’intero Teatro per perseguire meri benefici economici a vantaggio di pochi e a danno dell’intera collettività

fermi nella volontà di dare un chiaro segnale a tutto il Teatro che sia giunto il tempo di ribellarsi più decisamente all’arroganza di chi voglia privare la città di Verona ed i propri cittadini, oggi del Corpo di Ballo, domani dell’intero Teatro

forti dello stato di agitazione dei lavoratori, della loro occupazione da un mese a questa parte della sede legale del Teatro che ha dato, insieme a tutte quelle forme di protesta già messe in atto fino ad oggi, visibilità e consapevolezza nella cittadinanza dei veri problemi del loro Teatro attraverso le proprie rappresentanze sindacali hanno dichiarato lo sciopero per le rappresentazioni del balletto “Schiaccianoci a la càrte” al Teatro Ristori nelle serate del 16,18 e 19 dicembre e per le repliche dell’opera “Forza del Destino” al Teatro Filarmonico del 17 e 20 dicembre p.v.ponendo come condizione imprescindibile del ritiro degli scioperi quello della stesura di un documento ufficiale entro il termine ultimo del giorno 16/12/2015, firmato da parte della Dirigenza della Fondazione Arena, dal Consiglio di Indirizzo o dal Sindaco stesso e siglato dalle O.O. S.S. di settore, in cui venga confermato il mantenimento del Corpo di Ballo e vengano assicurati gli investimenti economici necessari per garantire sopravvivenza e capacità produttiva al settore stesso.

Consapevoli della sofferta scelta di intraprendere tale forma di lotta come extrema ratio di una situazione ormai non più sostenibile e che non lascia più tempo a discussioni e trattative, con l’amara consapevolezza di penalizzare proprio lo stesso pubblico al quale i nostri sforzi e il nostro stesso lavoro è destinato,

invitiamo tutta la cittadinanza di Verona nel sostenere il Corpo di Ballo come anche tutto il Teatro, oggi impegnato in un disperato braccio di ferro con la dirigenza e la governance cittadina per la difesa del proprio futuro e della propria esistenza, auspicando che le forze economiche così come le forze amministrative e governative della città, della provincia e della regione, si impegnino attivamente da subito per garantire la sopravvivenza della Fondazione Arena stessa, riconosciuta quale componente fondamentale di attrazione culturale, turistica ed economica e motore di un importantissimo indotto economico su tutto il territorio.

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