Maurice Béjart:"E’ la danza che mi ha scelto"

E’ stato uno dei più grandi coreografi del ‘900. Nato a Marsiglia il 1° gennaio 1927, Maurice Béjart – nome d’arte di Maurice Berger – ha segnato in maniera indelebile il mondo della danza.Aveva una costituzione fisica alquanto fragile e i suoi genitori lo indussero a seguire dei corsi di danza, dirà più tardi:” Non volevo essere un danzatore. E’ la danza che mi ha scelto.”Nel 1948 partecipa alla prima stagione dei “Ballets de Paris” creati da Roland Petit, l’anno dopo viene scritturato dall’ “International Ballet” a Londra dove danza per ben 103 volte la variazione dell’Uccello di fuoco, scopre la libertà del linguaggio coreografico di Jerome Robbins e ha esperienze artistiche in Svezia, accanto a Birgit Cullberg che lo avvia alla conoscenza di Kurt Joos. Forma una sua piccola compagnia, “Ballet de l’Étoile” con la quale presenta le prime opere che comincia a firmare. Dirà in seguito:” Senza costumi, senza scene, il danzatore moderno sarà più vero…seguendo il ritmo del proprio corpo.”Questa idea si concretizzerà con alcuni lavori tra cui l’inquietante Symphonie pour un homme seul giudicato dalla critica ‘un vero balletto del futuro”. Crea una sua personale versione della Sagra della Primavera di Igor Stravinsky. Il successo è talmente grande che gli viene offerto di restare a Bruxelles fondando una grande formazione. Nasce così il “Ballet du XXème siècle”. Sarà proprio per questa compagnia che Béjart, per ben 27 anni, creerà una lunga e felice serie di lavori, alcuni dei quali diventati veri e propri classici.E’ con il “Ballet du XXème siècle” che Béjart, in applauditissime tournées, uscirà dai consueti spazi teatrali per portare il suo messaggio di forza e di bellezza alle più varie platee in stadi e palasport. Clamoroso esempio fu la Nona Sinfonia di Beethoven (1964) che batté tutti i record di pubblico. Mai come in questa occasione Béjart fu convinto che la danza, oltre che religione antica, è bellezza e gioventù. Ma altri lavori troveranno grande successo nei fervidi anni sessanta e settanta, a cominciare dalla nuova versione del Bolero di Ravel (1961) che trova il suo splendido protagonista in Jorge Donn.Nel 1970, sempre a Bruxelles, nasce anche il Mudra (Gesto), l’istituto di insegnamento e di perfezionamento voluto da Béjart, il quale, partendo dalla danza sviluppa la formazione di interessi completi sul piano tecnico (attori, cantanti e musicisti) e contribuisce a rafforzare la personalità dei vari artisti. Sulla musica di Mahler creerà uno dei suoi capolavori drammatici Chant d’un compagnon errant (1971) affidato a due star del calibro di Rudolf Nureyev e Paolo Bortoluzzi.L’universo di Béjart si rivela assolutamente eclettico nelle sue articolazioni letterarie, musicali e filosofiche, anche perché estremamente eclettico è il suo stile. Uno stile fortemente moderno ma intriso di classicità, contrassegnato da una non ripetitività dei passi, dalla segmentazione delle concatenazioni e da quelle continue virate in velocità che poi molti altri coreografi avrebbero imitato. Uno stile caratterizzato da un uso non tradizionale delle braccia e del torso, in parte anche influenzato dall’Oriente che è sempre stato caro al coreografo marsigliese. Uno stile che volutamente sfugge ad ogni codificazione, proprio perché per Béjart ogni innovazione è sempre possibile e questo anche per il suo costante desiderio di piacere, di essere capito e dunque di accaparrarsi l’interesse dei grandi pubblici in ogni latitudine, in Europa come in America, in Russia come in Giappone. Alla continua ricerca di nuovi orizzonti il suo destino lo ha portato ad abbandonare Bruxelles per la più raccolta Losanna, in Svizzera, dove dalle ceneri del “Ballet du XXème siècle” è nato il “Béjart Ballet Lausanne”. Nel corso del 1992, sempre a Losanna, Béjart crea una école-atelier che chiama “Rudra”, uno dei nomi del dio indiano Shiva che evoca lo spirito della combattività.Negli ultimi anni di vita Maurice Béjart, morto a Losanna il 22 novembre 2007, ha ritirato dal repertorio i suoi balletti più importanti.

No Comments

Rispondi