Giuseppe Picone:”Sono soddisfatto del mio primo anno di lavoro al Teatro San Carlo”

Tra pochi giorni, il 29 luglio per l’esattezza, compie un anno di lavoro alla guida – entusiasta, responsabile, determinata – del Corpo di Ballo del teatro più bello del mondo: il San Carlo. Giuseppe Picone (nella foto di Luciano Romano), persona generosa che non manca di assumersi le proprie responsabilità in ogni momento, dimostra con i fatti il triplice impegno che si è assunto: quello di étoile, direttore, coreografo. Una bella sfida che gli sta dando grandi soddisfazioni, come i successi riportati in giro per il mondo con le recenti tournées (Singapore e Granada), oltre che sulle tavole del palcoscenico napoletano che lo hanno visto crescere e spiccare il volo.

Che cosa significa per lei, ritornare a ballare al Teatro San Carlo con una coreografia meravigliosa di Roland Petit?

La rose malade è un passo a due estremante difficile. Nel 2004 ho ballato sulla musica di Rachmaninov in Alles walzer di Renato Zanella ed è stato impegnativo ma, tra virgolette, ballavo di più; in questo passo a due, invece, ho una grande responsabilità come partner, la coreografia ha delle prese estremamente complicate che devono essere eseguite in perfetto sincrono. Perciò c’è una concentrazione, da parte mia e di Maria Eichwald, molto sottile per far arrivare al pubblico tutta l’emozione possibile.

Lo stile di Roland Petit è unico…

È uno stile che non mi è nuovo…anni fa ho interpretato L’Arlesienne e ora La rose malade, devo dire che mi viene abbastanza naturale, la maturità e l’esperienza che ho accumulato hanno il loro peso. Bene o male già alla terza prova il lavoro scorreva senza intoppi. L’emozione è nella consapevolezza che sto trascinando dietro di me la compagnia, i ballerini si rendono conto che sono direttore, coreografo ed étoile, spesso dò anche le lezioni, quindi aggiungo anche il ruolo di maître de ballet. Se io riesco a fare quattro cose in una, loro devono soltanto ballare, perciò devono farlo al meglio. Mi stanno dando grosse soddisfazioni, a distanza di un anno è diventata proprio una compagnia importante, è cresciuta tantissimo. Non mi sono fatto prendere da nessuna ansia all’inizio del mio mandato, sono andato in scena con una programmazione composta da me all’ultimo minuto con il Gala Fracci, Il corsaro, Il lago dei cigni, ho avuto a disposizione poche prove ed è stato un tour de force per me e per i ballerini. Poi pian piano da Cenerentola in poi abbiamo lavorato molto bene perché abbiamo iniziato a conoscerci. Tutte le sere sono stato in mezzo al pubblico e non nascondo che mi veniva da ridere perché puntualmente c’era qualcuno che diceva: “Ma questo è il Corpo di ballo del Teatro San Carlo?”, quasi non lo riconoscevano…invece persone che hanno lavorato in compagnia per anni, mi hanno fermato per dirmi: “Ora è un’emozione grande venire a teatro e vedere i ragazzi ballare, tutti insieme. Lei sta mettendo in prima linea i giovani di Napoli e questo non veniva fatto prima!”. Io sono cresciuto così, all’English National Ballet e all’ABT funzionava esattamente in questo modo: Julio Bocca era invitato come ospite però noi della compagnia venivamo messi davanti perché eravamo la forza della compagnia. Sono stato artista ospite per una vita intera ma sempre con due piedi in una scarpa…voglio dire che mi invitavano a danzare, davo il massimo e poi andavo via, non mi sono mai permesso di sgomitare perché per me la forza della compagnia è chi ne fa parte, ed è così. Sono veramente contento dei miei risultati…Giselle a Singapore ha avuto una standing ovation e a Granada la compagnia ha trionfato, la mia Cenerentola ha avute critiche entusiastiche che mi hanno lasciato allibito.

Il ritmo di lavoro è molto intenso, quali saranno i prossimi impegni?

Il 26 agosto andremo a Taipei, ho creato una tarantella con i tamburelli, interpretata da ventidue ballerine, ne è uscito fuori un lavoro straordinario tanto che i ragazzi della compagnia che non fanno parte del gruppo mi hanno detto: “Vorrei farla anche io!!!” è allora che ti rendi conto che hai fatto un buon lavoro…prossimamente andrà in scena Zorba il greco al Teatro San Carlo, Cenerentola all’Arena Flegrea poi ci sarà la nuova creazione di Pulcinella con le istallazioni di Lello Esposito e nel frattempo andremo in Spagna, nel periodo natalizio il consueto appuntamento con Lo schiaccianoci. A febbraio inizieranno le prove di Giselle e per finire, il debutto al Teatro Bellini per ben ventiquattro spettacoli del Decamerone. Per me tutto questo rappresenta una grande soddisfazione, vedere questo teatro con un Corpo di ballo che è rinato mi rende felice. Ci sono elementi talentuosi a cui ho dato tanto come Alessandro Staiano, Annachiara Amirante, Claudia D’Antonio, Stani Capissi, Luisa Ieluzzi, Salvatore Manzo, Carlo De Martino, Danilo Notaro, Ertu Gjoni, Sara Sancamillo. Mi sono preso una responsabilità enorme, quella di dare a questi ragazzi dei ruoli difficili, e il primo che tremava dietro le quinte ero io.

È stata una persona molto generosa, che oltre l’entusiasmo ha saputo dare disciplina, forza, energia, voglia di costruire.

Sono felice che si noti dall’esterno, non sono mai venuto meno alle mie responsabilità, ho studiato bene la situazione, puntando su chi poteva fare di più, nessuno di loro mi ha deluso. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Anche perché in sala ballo li ho fatti lavorare proprio tanto, quando qualcosa non andava ero lì a riprenderli, ad incoraggiarli e loro hanno risposto molto bene al mio modo di lavorare. In futuro punto all’equilibrio tra tradizione e all’innovazione, tra classico e moderno. Il prossimo Gala Vasiliev è un omaggio generoso ad un grande artista, immenso…Sono cresciuto con Carla Fracci e Vladimir Vasiliev, una volta celebrata la Fracci non potevo non concentrare la mia attenzione su Vasiliev, Ekaterina Maximova purtroppo se n’è andata…e noi stiamo sotto al cielo…devo molto a Vasiliev, mi ha seguito per tutta la mia carriera, ho danzato con lui nel balletto Nijinsky, mi ha premiato a Rieti, poi sono andato al Teatro Bolscioi di Mosca per interpretare, dopo vent’anni, il suo passo a due che fece con la moglie, Ekaterina Maximova. Tutto questo non si dimentica.

Elisabetta Testa

 

 

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