Alicia Amatriain:”la semplicità è un valore importante”

Bella, versatile, con un corpo longilineo e una tecnica strepitosa, non a caso è tra le partner preferite di Roberto Bolle. Alicia Amatriain, spagnola, ha un carattere allegro e solare e il pubblico la accoglie ogni volta con tutto il calore e il rispetto che merita la sua grande qualità artistica. Nata a San Sebastian, ha seguito il suo percorso professionale a Stoccarda, dove dal 2002 è prima ballerina. Interprete di spicco di tutti i ruoli del repertorio classico, è la musa ispiratrice di molti coreografi contemporanei che l’hanno scelta per nuove creazioni.

Si è trasferita molto presto a Stoccarda per studiare danza, perché questa scelta e quali sono state le difficoltà?

Tutto quello che potevo fare nella mia città l’avevo già fatto, andare a Madrid era una opzione possibile ma dopo il diploma non c’erano grandi opportunità professionali. Dovevo lasciare il mio paese e sono partita al più presto, senza perdere tempo. La cosa più difficile nel diventare una prima ballerina, così giovane e in così poco tempo, è che i tuoi amici e colleghi non lo accettano, rendendoti la vita molto complicata. C’è voluto un po’ di tempo per fargli capire che lo meritavo…è stato un grande sforzo che però mi insegnato tante cose.

Chi ha segnato il suo percorso artistico?

Peter Brown, il mio maestro a San Sebastian. Fin dal primo giorno ha creduto in me, come ballerina e come persona. Mi ha sempre dato molta forza.

Che cosa ama del mondo della danza e che cosa non sopporta?

Mi piace la bellezza del balletto classico che purtroppo negli anni è degenerata in una competizione di quantità. Credo che la semplicità sia sempre un valore importante, la mia opinione in merito è: “meno è più”.

Qual è la cosa più importante che una ballerina deve avere?

Una vita al di fuori della danza che le dia l’esperienza di cui ha bisogno per potersi arricchire e portare le proprie emozioni in scena.

Lei ha danzato tutti i ruoli del repertorio classico e moderno. Quale stile le è più congeniale?

Come ogni ballerina dovrei rispondere che amo interpretare i balletti classici ma adoro lavorare con coreografi diversi e, attraverso creazioni nuove, capire fin dove si possa spingere il mio corpo. E’ veramente difficile scegliere.

Molti coreografi contemporanei hanno creato per lei degli assolo, non è un’esperienza comune a molte ballerine…

E’ un grande onore per me essere invitata da un coreografo per una nuova creazione costruita su di me. Mi piace ogni singolo momento del processo creativo, è entusiasmante!

Talento, ambizione, lei che ne pensa in merito?

Ci sono diversi tipi di talento. Per me il più importante è quello che ti rende credibile nel far ridere o piangere il pubblico, entrare nel personaggio fino in fondo, rendendo ogni storia plausibile ed ogni interpretazione unica. L’ambizione? Raggiungere i propri obiettivi senza danneggiare o fare del male a chi mi sta intorno. Non soltanto nella carriera ma anche nella vita di tutti i giorni.

Qual è il suo ruolo preferito?

Tatiana nel balletto di John Cranko Onegin e Margherita ne La Signora dalle camelie di John Neumeier.

Che cosa la emoziona nella vita?

Stare con i miei amici e le persone che amo.

Ce l’ha un sogno da realizzare?

Come ogni donna in questo mondo spero di avere un giorno una famiglia tutta mia.

Che cosa significa per lei ballare con Roberto Bolle, uno dei danzatori più famosi del mondo?

E’ un piacere enorme ma mi diverto così tanto con lui, anche quando lavoriamo, che, sebbene sia uno dei più grandi ballerini del pianeta, mi piace pensare a lui come ad un amico, oltre che ad una persona eccezionale.

Che cos’è la danza per lei?

E’ un modo per tirare fuori tutte le mie emozioni, come salire su una montagna e urlare a squarciagola quello che sento dentro.

Elisabetta Testa

 

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