Alberto Pretto: "l’ambizione è importante, è la volontà a spingerci lontano"

Lavora in una delle compagnie più particolari e famose del mondo: “Les Ballets Trockadero de Monte Carlo”, dove il mese scorso ha debuttato nel difficile ruolo di Giselle. Trentuno anni, nato a Vicenza, Alberto Pretto (nella foto di Zoran Jelenic) è uno dei tanti ragazzi italiani costretti a vivere lontano dal nostro paese per inseguire il proprio sogno, quello di ballare.Mi racconta com’è nata la passione per la danza?I miei genitori sono insegnanti di educazione fisica alle scuole medie e superiori e mia sorella, di cinque anni maggiore non è una ballerina. Fin da piccolo ho sempre amato muovermi al ritmo della musica, ho praticato molti sport spinto dalla conoscenza dei miei genitori nel campo ma niente sembrava catturare la mia attenzione. A quattordici anni sapevo che era giunto il momento di esprimermi appieno, sognavo di ballare in tv o nei video musicali delle mie pop stars preferite. Una collega di mio padre mi portò alla scuola di danza della signora Mariaberica Dalla Vecchia, a Vicenza, che mi disse che avrei dovuto cominciare con lo studio della danza classica, base imprescindibile per ogni forma di danza. Quindi le prime lezioni furono alla sbarra insieme a bambine molto più giovani di me. C’era molto da imparare! In seguito sono stato ammesso all’Académie de Danse Classique Princesse Grace a Montecarlo, dove ho completato i miei studi e mi sono diplomato nel 2007.Quali sono state le difficoltà?Oltre alle difficoltà tecniche di chi comincia ad un’età già avanzata si univa il bisogno di conciliare gli studi al liceo artistico. Mi ricordo ancora la stanchezza a fine giornata per finire i compiti. E poi ho dovuto combattere i pregiudizi e il bullismo dei miei compagni di scuola.Chi ha inciso di più nel suo percorso artistico?Sicuramente Marika Besobrasova, la direttrice dell’Accademia di Montecarlo. Mi ha insegnato il rigore e la disciplina per l’arte della danza, e mi ha aiutato a sviluppare la sensibilità artistica che sentivo forte dentro di me.E’ stato facile passare dalla fine degli studi al mondo del lavoro?E’ stata una transizione molto sofferta. Ho cercato prima di tutto di trovare lavoro in Italia ma la situazione precaria dei teatri e le tante raccomandazioni esistenti mi hanno impedito di venire assunto nel mio paese. Quindi dopo diverse audizioni in Europa sono entrato all’English National Ballet di Londra e allo Stadttheater di Koblenz in Germania.Mi racconta la sua esperienza nella compagnia Trockadero?Far parte dei Trockadero é un’esperienza unica, anche perché ballare sulle punte é sicuramente difficile! E’ indispensabile una tecnica forte insieme allo spirito di adattamento per sopravvivere alle diverse situazioni e al continuo viaggiare. Unitamente alla tecnica é richiesto uno spiccato senso dell’umorismo e la capacità di essere attori comici sulla scena.Che cosa guarda in un danzatore, cosa la colpisce?Mi piace molto l’espressività. Ovviamente mi colpiscono le belle linee ma se non vengono accompagnate dai sentimenti e da un forte senso artistico non valgono un granché.Che cosa ama del mondo della danza e che cosa non sopporta?Amo lo spirito di cameratismo che si crea tra i danzatori, le amicizie e i rapporti interpersonali che nascono in un gruppo di persone che vivono condividendo la stessa passione. Non sopporto le differenze e le ingiustizie che sono all’ordine del giorno.Ce l’ha un mito, un personaggio a cui si ispira?Il mio mito é sempre stato Svetlana Zakharova, dai tempi in cui ancora giovanissima veniva alla Scala come étoile ospite. Da quel giorno ho cominciato a seguire la sua carriera e sono stato testimone della sua crescita artistica. La cosa che mi colpisce di più è la sua grande devozione all’arte della danza  e la sua grande determinazione. Ovviamente ho altri idoli, come la nostra Carla Fracci, che è per me fonte di ispirazione continua oltre a rappresentare un mito nazionale.Quanto conta l’umiltà?E’ la virtù che apprezzo di più in un artista ed è spesso la più difficile da trovare. Un danzatore per poter crescere deve saper essere critico ed apprezzare i consigli, anche quelli che feriscono l’orgoglio.Che cosa la emoziona nella danza?Tutto! La musica, la grande tradizione che si nasconde dietro ogni singolo passo, la magia del teatro e i costumi. La possibilità di trasfigurarsi sulla scena, la passione che ci accomuna nel tentativo di creare qualcosa di bello e armonioso.Che cosa è cambiato negli ultimi anni, in generale?Molto è cambiato, e non per il meglio, come la situazione dei teatri italiani. La chiusura di molti corpi di ballo e di fondazioni liriche, come quella più recente dell’Arena di Verona, mi ha lasciato senza parole. E’ un periodo molto critico per l’arte, spero che le cose cambino e che lo Stato si renda conto della gravità della situazione e ritorni a sovvenzionare i corpi di ballo, altrimenti tutto il talento italiano andrà a finire all’estero.E’ soddisfatto del suo percorso, delle sue scelte artistiche?Si, sono molto contento con i Trockadero, anche se desidero fare altre esperienze. Lasciare una compagnia dove il direttore si prende cura di te e della tua crescita artistica per qualcosa di nuovo e sconosciuto può spaventare. Ho capito che non conta lavorare in una compagnia con un nome prestigioso solo per aggiungerlo al proprio curriculum, quello che conta è essere felici e sentirsi artisticamente soddisfatti con il proprio lavoro, cosa che sento nei Trockadero.Le manca l’Italia?Si, mi manca per il bel vivere, il cibo e le amicizie. Ma all’estero sono felice perché sento di avere più occasioni rispetto a quelle che mi offrirebbe l’Italia.Ce l’ha un sogno da realizzare?Molti. Uno di questi è sviluppare la mia linea di abbigliamento per la danza (albypretty) e vendere i miei body in tutto il mondo. Mi piacerebbe anche diventare un costumista in una sartoria teatrale e realizzare costumi per la scena.Senza pensarci troppo mi dice tre aggettivi che la descrivono?Romantico, determinato, sognatore.Dove vuole arrivare Alberto Pretto?Sono molto ambizioso, ci sono ancora molti ruoli che vorrei danzare in compagnia. E’ importante essere ambiziosi perché è la volontà a spingerci lontano.Che cos’è la danza per lei?E’ sempre stata al primo posto nella mia vita. Da quando ho deciso di voler diventare un ballerino, assorbe tutte le mie energie.Elisabetta Testa

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