Piccolo Teatro Bellini, "Monologo con valigia"

Cinque anni di successi in tutto il mondo. 4 continenti, 26 nazioni, 69 città, 12 lingue. Cifre da record in un’epoca in cui si fa fatica a fare arte. Il viaggio del Monologo con valigia – da un testo di (e con) Guerassim Dichliev – continua al Piccolo Bellini, domani, venerdì 4 marzo ore 21.15, forte di un consenso annunciato e accompagnato da un lungo elenco di premi vinti, dall’Italia (Premio Girulà per la migliore drammaturgia, 2008) alla Macedonia (Premio Physical Theater per il miglior spettacolo, 2009) all’Argentina (Premio per il miglior spettacolo internazionale, 2015).

“E’ un nuovo viaggio tematico in compagnia di Guerassim Dichliev –  racconta il napoletano Costantino Raimondi, che ne ha curato la regia e la drammaturgia corporea – con il quale lavoro da più di venti anni, anni di partage artistico dove il corpo e la parola si esprimono come esperanto del domani. Questa ricerca prende forma attraverso i temi dell’immigrazione e si incarna attraverso la vita vissuta dall’attore stesso. Nervi, muscoli e tensioni, tra sogno e realtà. E’ un clown-mimo accompagnato da una valigia, piena di ricordi, di progetti, un aroma da film muto, qualche grammo del dramma della sua vita e scoppi di lacrime, dove l’ironia sulla sua propria sorte è solo una speranza per il giorno dopo.”

Partito giovanissimo alla conquista del mondo, Costantino Raimondi somma una esperienza artistica densa e significativa al fianco del maestro Marcel Marceau nella cui scuola, L’Ecole Internationale de Mimodrame, si è diplomato vent’anni fa. Il suo percorso artistico singolare, oltre che di una interiorità ricca e piena di sfumature, è certamente frutto di una formazione poliedrica che va dalla danza classica all’arte drammatica, passando per l’acrobazia e la scherma.

“Il mio linguaggio parte dal corpo – continua Costantino Raimondi – mezzo che esprime attraverso il gesto, il pensiero e le emozioni un immaginario collettivo, teatrale e contemporaneo. Lo scopo è di recuperare la risonanza lirica attraverso il silenzio per dare all’interprete voce, peso e densità. E’ un teatro di maschera e carne, pragmatico e non psicologico. Movimenti obliqui, soffi e sudori. Gli spettacoli si intrecciano e agiscono in azioni del volere o non, partire o restare, tra sogno e realtà. Un viaggio in compagnia di Guerassim Dichliev, Pascale Kouba, Berenice Galimard, Sergio Longobardi, Tata Barbalato, Fabrizio Camparone, Oscar Valsecchi e Juana Lacorazza con i quali collaboro da oltre venti anni, anni di partage artistico, bagagli del mio e del loro animo.”

Un caleidoscopio di emozioni che prenderanno corpo nella diversità di generi più disparati in un monologo che diventerà la voce di tanti.

Elisabetta Testa

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