Premio Positano Léonide Massine per l’Arte della Danza – 50° edizione

Una storia lunga cinquant’anni, nel segno della qualità, della divulgazione e della valorizzazione dell’arte della danza. Quella di ampio respiro, classica e moderna, tradizionale ed innovativa, trampolino di lancio per giovani talentuosi e solida conferma per artisti di successo. Una finestra sul mondo.

Ad ideare il Premio Positano nel 1969 fu Luca Vespoli, giornalista curioso ed attento, appassionato di danza e di arte che col suo motto: “Finché c’è danza c’è speranza” chiudeva ogni edizione della prima ed unica iniziativa italiana nata per onorare ballerini, coreografi, costumisti, scenografi, critici di danza. Accanto a lui, fin dal primo momento, l’indimenticabile ed instancabile Prof. Alberto Testa – critico e storico della danza – nel ruolo di direttore artistico. Per anni ha portato avanti con sapienza ed intuito la crescente manifestazione – dal cortile di Palazzo Murat al palcoscenico a cielo aperto sulla Spiaggia Grande di Positano – che nel 1979, dopo la morte di Léonide Massine, fu a lui intitolata.

In seguito l’eredita di Alberto Testa è passata per qualche anno a Daniele Cipriani e dal 2016 è affidata a Laura Valente, spigliata conduttrice della serata (e non solo!).

Perché proprio Positano? Perché dal 1917, anno della rivoluzione russa, molti artisti del mondo della danza hanno trovato ospitalità nella piccola perla della costiera amalfitana. Da Sergej Djagilev, impresario dei Balletti Russi a Vaslav Nijinskij, il più grande ballerino di tutti i tempi e poi Léonide Massine che nel 1921 acquistò il piccolo arcipelago de Li Galli, di proprietà di Rudolf Nureyev negli ultimi anni della sua vita.

Tra gli innumerevoli premiati a Positano, il gotha della danza mondiale: Margot Fonteyn, Alicia Alonso, Carla Fracci, Vladimir Vasiliev, Ekaterina Maximova, Maurice Béjart, Mikhail Baryshnikov , Mats Ek, Svetlana Zakharova, Robero Bolle e ancora, ancora, ancora…Il Premio Positano è inarrestabile e non smette di incantare.

Una prestigiosa giuria internazionale composta da Alfio Agostini (Prix Ballet2000 Cannes/Francia e Ballet2000/Italia); Gerald Dowler (The Financial Times/Regno Unito); Jean Pierre Pastori (La Tribune/Svizzera); Roger Salas (El Pais/Spagna); Valeria Crippa (Corriere della sera/Italia); Brigitte Lefèvre (Festival di Danza di Cannes, Direttrice Artistica/Francia) e Laura Valente (Direttrice artistica del Premio Positano Léonide Massine) ha riunito una rosa di danzatori di indiscussa qualità. Prima fra tutti Alessandra Ferri, premio alla carriera, dal Teatro alla Scala alla conquista del mondo, passando per i migliori coreografi del nostro tempo. Jacopo Tissi – bellezza, eleganza e trasporto emotivo – ha danzato “La nona onda”, coreografia di Bryan Arias, mettendo in luce tutta la sua bravura – dalla Scala al Bolscioi e ritorno – (per lo scempio della guerra in Ucraina è ritornato al Teatro alla Scala in qualità di Primo Ballerino ospite). Meraviglioso artista, Luigi Crispino (nella foto) – ultimo allievo di Anna Razzi alla Scuola di Ballo del Teatro San Carlo – ha avuto un inizio di carriera fulminante passando dalla scuola dell’American Ballet alla Compagnia in una manciata di mesi. Raffinato, intenso, pulito nella tecnica, brilla come un diamante raro, accanto a lui Ana Sophia Scheller, argentina, splendida ballerina, nel difficile passo a due tratto da “La Bayadère”. Matteo Miccini, nato a Firenze, si è formato alla John Cranko Schule ed è un danzatore veramente meraviglioso dotato di ottime linee, e una ricchissima qualità di movimento, così come Rocìo Molina ha dato tutta se stessa nell’assolo di flamenco, ritmo/musicalità/velocità vertiginosa e un tocco originale vista l’incursione moderna in uno stile così tradizionale. Bellissima prova per Claudia D’Antonio e Stanislao Capissi del Teatro San Carlo, che con grande affiatamento hanno portato in scena il passo a due del cigno bianco, struggente e delicato. Efficace anche il passo a due di Aitor Arrieta e Katia Khaniukova dell’English National Ballet che hanno interpretato il pas de deux della grotta da “Le Corsaire” nella preziosa versione coreografica di Anna-Marie Holmes. Molto intensi Ida Pretorious e Jacopo Bellussi dell’Hamburg Ballet in una avvincente (e impervia) coreografia di John Neumeier sulla Terza Sinfonia di Mahler. Gran finale con la giovanissima coppia Margarita Fernandes e Antonio Casalinho dello Bayerisches Staatsballett con un “Don Chisciotte” esplosivo: passo a due, variazioni e coda.

Giuseppe Guida, sindaco di Positano, ha sottolineato l’importanza del Premio Positano come “un palcoscenico globale che connette le grandi stelle, i talenti emergenti e i nuovi linguaggi contemporanei”. Contornata da tutti gli artisti ospiti Laura Valente ha ribadito l’unicità dell’evento, per la sua storia e il suo indiscusso prestigio nel mondo. Tra il pubblico Clotilde Vayer, direttrice del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo e Luc Bouy, danzatore, coreografo e maestro belga.

Elisabetta Testa

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