Isadora Duncan, emblema della danza libera

Il suo nome è legato ad una nuova forma di danza che, lontana dal virtuosismo del balletto classico di fine Ottocento, cercava nuove strade.

Isadora Duncan nacque a San Francisco il 26 maggio 1877 ma ottenne un grande successo in Europa dove sbarcò nel 1903 con tutta la sua famiglia, dopo la morte del padre.

Da giovane studiò danza classica ma ben presto si ribellò alle varie costrizioni che quella tecnica imponeva. Così, liberandosi di scarpette e corsetti, cominciò a lavorare su se stessa per arrivare ad un tipo di movimento nuovo e libero, ispirato da una sua personale idea della danza nella Grecia antica. Trovò nel plesso solare l’origine dei movimenti, che poi si liberavano nelle braccia e nelle spalle. La bellezza del corpo era un elemento da valorizzare e così, con vesti aeree e a piedi nudi, si presentò come solista nei più importanti teatri d’ Europa e di Russia.

Sulla scena, completamente spoglia, c’era solo lei con la sua danza, accompagnata dalla musica.

Fu la prima a considerare la musica classica come il giusto supporto della danza e, in particolare, della sua danza. Allora molta della musica dei balletti non aveva valore in sé ed era ritenuta un semplice accompagnamento, lei, invece, attinse dai grandi compositori – Beethoven, Brahms, Chopin e Wagner – le fonti per le sue ispirazioni. Le sue danze furono soprattutto una visualizzazione di queste musiche. Usando movimenti essenziali – corse, saltini, passi – si lasciava andare alla spontaneità di una danza che rispondeva ai suoi sentimenti e alle sue intuizioni e che fu spesso presa per improvvisazione, accusa che Isadora Duncan respinse sempre.

Comunque sia, la natura intima e personale delle danze – più di duecento – le sottraeva a qualsiasi codificazione e tutti i tentativi di stabilire scuole ed accademie nel suo stile, fallirono.

Per la loro natura, erano danze per solista o, meglio ancora, danze per la loro creatrice che, con indiscusso carisma, ballò davanti al pubblico in teatri strapieni in tutta l’Europa e in Russia.

Solo il suo paese d’origine, l’America, le accolse tiepidamente durante le tournées del 1909, 1911 e 1917.

La personalità e la vita privata di Isadora Duncan hanno fatto si che di lei sopravvivesse più il mito che non i fatti concreti. Una vita in costante movimento sia sul piano professionale sia su quello privato. Ballava moltissimo, anche perché il suo sogno, irrealizzato, di creare scuole e accademie richiedeva molti soldi.

Niente, neanche le sue gravidanze, la tennero lontana dal palcoscenico. Influenzò gli artisti della sua generazione, ispirò persino Mikhail Fokine nel tentativo di riformare il balletto classico.

La sua vita personale fu altrettanto movimentata: ebbe mariti ed amanti famosi; i suoi due figli di sette e tre anni annegarono nelle acque della Senna con la loro governante, e lei stessa morì tragicamente, il 14 settembre 1927, a Nizza, strangolata dalla sciarpa che indossava, le cui frange si erano impigliate nei raggi delle ruote dell’automobile da corsa Bugatti, sulla quale era appena salita.

Forse nessun altro nome nel panorama della danza moderna rappresenta così tanto, lasciando in eredità così poco. Ispirò molti artisti che hanno lasciato vari ritratti di lei ma non esiste alcuna sua coreografia. Non c’è traccia di una tecnica che si possa codificare ed insegnare.

Isadora Duncan fu fondamentale nello spianare la strada alla grande rivoluzione della modern dance americana. La sua visione della danza come ispirazione personale ha avuto altre grandi seguaci: Mary Wigman, figura fondamentale nell’espressionismo tedesco degli anni ’20-’30 e, in tempi più recenti, Carolyn Carlson che è stata riconosciuta come erede diretta di Isadora Duncan.

 

No Comments

Rispondi